Banche differenti

nodo.GIFLe Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali rappresentano un sistema che si regge attorno a specifiche normative - a partire dall'articolo 45 della Costituzione - che ne fanno un unicum nel panorama creditizio italiano. La caratteristica principale delle BCC-CR è quella di essere società cooperative per azioni, mutualistiche e locali, sostenute dal principio "una testa un voto".

Un sistema nato come risposta ad un'idea economica che ha radici profonde nel contesto sociale della fine dell'Ottocento. Ispirandosi al nuovo pensiero cristiano sociale della enciclica di Leone XIII, la Rerum Novarum, il movimento della cooperazione di credito ha fatto dell'intermediazione bancaria la risposta alle esigenze della persona, innanzitutto quella di sconfiggere l'usura dilagante.

In più di 120 anni, le Casse Rurali ed Artigiane, oggi Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali, sono diventate un sistema di banche diffuso in tutto il Paese. Un sistema valido e vitale anche nell'attuale scenario caratterizzato da una competitività sempre più pressante; un sistema dinamico che, oggi, attualizzando i suoi principi, interpreta la funzione di banca di sviluppo per il territorio e risponde alle necessità economiche e sociali delle comunità locali: dall'attenzione alle persone "non bancabili" al microcredito, ai giovani, alla crescita sostenibile delle imprese, all'attenzione alla qualità dell'ambiente e della vita, a quella per il patrimonio storico-artistico. Ciò deriva, nella BCC-CR, dall'interpretazione della propria missione di inclusione economica e sociale. Obiettivo di una BCC-CR, infatti, è promuovere sviluppo dal basso. Rendendo protagonisti i soggetti. Non a caso questa formula giunge, per estensione, a occuparsi dello sviluppo di Paesi meno fortunati, in una logica di autentica cooperazione.

Le Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali sono aziende caratterizzate da una formula imprenditoriale specifica, un codice genetico costituito da tre molecole fortemente interrelate: quella della cooperazione, quella della mutualità, quella del localismo.
Che si traducono in: un'impresa a proprietà diffusa, espressione di capitalismo popolare e comunitario; un orientamento alla sostenibilità, dal momento che le Banche di Credito Cooperativo perseguono la logica del vantaggio e non la massimizzazione del dividendo; un legame totale e permanente con il territorio.

Per questo, ieri come oggi, le BCC-CR sono impegnate ad essere:

  • Buone banche, garantendo la solidità e l'efficienza dell'impresa, controllando e gestendo i rischi, realizzando un'organizzazione idonea, assicurando un'offerta competitiva.
  • Buone cooperative, con un'identità comune e condivisa, sostenendo la partecipazione reale dei soci, creando relazioni qualitativamente elevate con tutti i propri interlocutori, aiutando a sviluppare il territorio in cui hanno sede, creando fiducia nella comunità.
  • Buone imprese di rete, condividendo, in autonomia, valori, cultura, strategie, un sistema organizzativo, una modalità di comunicare, una continuità operativa per essere sempre più efficienti e competitive sul mercato.

Passaggio qualificante e discriminante, con effetti di rilievo sui tre profili, è la recente costituzione del Fondo di Garanzia Istituzionale (FGI), che genererà numerosi vantaggi, anche a beneficio della clientela. Il Fondo, infatti, offre una tutela "globale" per i risparmiatori clienti delle BCC in relazione a tutti i crediti che questi vantano nei confronti della propria banca. Tutela aggiuntiva a quella, obbligatoria per legge per tutte le banche, che garantisce i depositanti fino alla somma di 100 mila euro. inoltre, non saranno solo i risparmiatori e i depositanti, in via diretta, ad ottenere vantaggi dalla costituzione del Fondo, ma anche le comunità locali in senso più ampio. Il FGI, infatti, consentirà di ottenere il beneficio della ponderazione "zero" sulle esposizioni interne al network ai fini del calcolo del nuovo coefficiente prudenziale, consentendo alle singole BCC, a  fronte dei prestiti interbancari interni, di assorbire meno patrimonio e quindi di assicurare una migliore allocazione dei capitali attraverso una gestione più efficiente dei flussi finanziari. Questo consentirà di liberare risorse a vantaggio dell'attività di intermediazione, a favore dei soci e clienti e per il sostegno alle comunità locali.